martedì 11 marzo 2025

Barefoot...ball

 Era da un po' che non vedevo così tanti piedi nudi sul campo, intenti a calciare, dominare, inseguire la magica sfera di cuoio. L'ultimo ricordo che mi viene in mente in tal senso risale alle seychelles, quindi...orca, non ricordo. Direi marzo 2022 ma forse mi sbaglio. Poi, chi più, chi meno, i bambini allenati e coinvolti nel mega, classico, torneo finale erano quasi sempre forniti di scarpe. Qui a Sao Tome, invece, sono più quelli senza, di quelli con. E quando qualcuno indossa addirittura quelle da calcio, le divide col fratello. Davvero, non sto scherzando: Adlaberto, bimbetto di 9 anni, indossa solo la scarpa destra da calcio, il piede sinistro rimane scoperto, solo con la calza. Inizialmente non riesco bene a capire, tra me penso anche che sia scomodo, poco funzionale, poi durante un esercizio il mio occhio cade sulla stessa scarpa, ma sinistra, ai piedi di un altro bimbo, Joao, 11 enne. Metto insieme i pezzi: la scarpa è la stessa, se la sono divisa. Per conferma chiedo al mio quasi omonimo, che conferma. Lui è destro, il fratello è mancino, la scarpa è grande per entrambi, ma...chi se ne frega! è una "splendida" nike tiempo blu, col baffo bianco, coi tacchetti e la linguetta col velcro in punta, per fissarla sul collo del piede. Un po' usata, a mio avviso, ma pur sempre una scarpa vera. 
In un altro caso, invece, la scarpa viene tolta, salvaguardata: è troppo bella per essere usata, per prendere a calcio un pallone e magari rovinarla. E così prima dell'inizio dell'esercitazione il bimbo di fronte a me se la toglie e la lascia fuori dal campo di gioco. Anche in questo caso la mia limitata mente non mi permette di capire bene il perché del gesto, ma in seguito, questa volta senza dover ricorrere alla domanda diretta al bambino, riesco a unire i puntini e capire. Per lo meno, però, i protagonisti di queste due storielle avevano le calze, che almeno un po' proteggevano il piede dal bollore del terreno sintetico e soprattutto da quei maledetti pallini neri che colonizzano ogni centimetro quadrato di questo vecchio, vecchissimo stadio nazionale 12 de julho. Ma le bimbe no! Nessuna delle bimbe in campo con noi oggi indossa scarpe, ma cacchio, nemmeno le calze! Che male. Infatti ogni pausa, ogni momento disponibile, eccole correre a versarsi dell'acqua, la poca acqua a disposizione, sui piedi in fiamme e sofferenti. Madonnina che stoiche. 
E poi con la mente volo a casa...si, esattamente in quel posto dove le mie figlie ne hanno tre di paia di scarpe, pur avendo anche loro solo due piedi. O dove io ho un paio di scarpe per andare a lavoro, uno per correre, uno per andare in montagna a camminare, uno per giocare a calcio...e mi vergogno profondamente, mi sento profondamente in colpa. Non ho abbastanza scarpe con me per coprire tutti questi piedi neri che mi circondano, non ho abbastanza calze per alleviare il loro dolore durante il gioco, ma cazzarola vorrei riuscire a far qualcosa in più. Eppure...eppure loro giocano, ridono, corrono, tiran delle mine con quei piedi nudi! Nulla li, o le, ferma. C'è un pallone da rincorrere, basta quello. Il resto non conta. Che forza incredibile quella sfera!

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