sabato 2 novembre 2024

What a day!

 Che giornata quella che si sta concludendo! Lunghissima e piena di mille eventi, cose fatte, esperienze che difficilmente ripeterò in questo posto, perché difficilmente ci si torna alle isole solomone, e specialmente qui, a Honiara!
Inizia tutto alle 5:35, quando la sveglia suona: ho in programma 32km di corsa, quindi, non volendo bruciarmi l'unico giorno libero di queste tre settimane, preferisco partire prestissimo, anche, cosa da non sottovalutare, per evitare il caldissimo del giorno. Esco quindi dall'hotel che manca ancora qualche minuto alle 6, svolto a sinistra direzione aeroporto e...il cielo è completamente arancione! Il sole è sorto da una decina di minuti, ma ancora non si staglia in cielo completamente, ed essendo la mia corsa rivolta verso est mi godo questi primi km con il sole in costante crescita davanti agli occhi. Si comincia bene, direi, e il proseguo è altrettanto piacevole e divertente. Non ci sono macchine in giro, fortunatamente, la gente è in giro per lo più a piedi e tutti quelli che mi incrociano si preoccupano di lasciarmi il passo sullo stretto marciapiede e di salutarmi. "morning, morning" è il ripetuto saluto offerto col sorriso dalle varie persone, al quale rispondo allo stesso modo: "morning, morning", ripetuto. 
Correndo mi accorgo ancora più di quando in macchina in questi giorni mi son diretto in federazione, di quanto questo posto sia inquinato. Terribilmente inquinato, davvero, non ho mai visto tante bottiglie di plastica, tante lattine, tante confezioni delle più disperate schifezze da mangiare, come qui. Spaventoso. Da tutte le parti. Visto così, mi sembra troppo tardi per poter invertire la rotta e provare a salvare questo pianeta, ma spero di sbagliarmi e che si possa trovare una soluzione per permettere anche alle prossime generazioni di correre in questi posti. Perhcè la corsa è proseguita fin oltre l'aeroporto, per poi fare dietro front e ripetere a ritroso lo stesso percorso per i restanti 16. non nascondo che al 26esimo ero devastato: un caldo umido opprimente ha fatto si che fossi completamente bagnato, come caduto in mare, non esagero, e il litro e mezzo di acqua bevuto fino a quel punto non sembra sia bastato (un bottiglione infilato nei pantaloncini e via). Va be', amen, sulle ginocchia, ma porto a casa il risultato. Devastato arrivo in hotel poco meno di tre ore dopo averlo lasciato, doccia, colazione e di nuovo fuori, direzione "tenarufall": abbiamo la macchina della federazione, abbiamo guardato la piantina per arrivarci (internet è solo per i locali: nessun network prende che non sia il loro, tanto che vendono sim card ad ogni angolo), abbiamo acqua per il trekking...via. Io guido, Anto mi fa da navigatore e in poco meno di un'ora ci ritroviamo in un altro pianeta: una volta usciti dalla città, infatti, svoltiamo a destra, come da mappa, e iniziamo ad inoltrarci nella foresta. Prima su strada asfaltata, poi su strada...strada, su una traccia sgangherata, piena di buche e di sassi giganti, ma intorno a noi alberi a perdita d'occhio, in ogni dove, di ogni forma e dimensione. Dopo circa un'altra ora di salti, abbandoniamo la macchina in uno spazio, perché non riusciamo a fare una salita piuttosto ripida, ma soprattutto scivolosa, difficile da affrontare senza un 4x4, ma per fortuna siamo a meno di un km dall'imbocco del sentiero e da li, entriamo davvero nella foresta. Io, Anto e i rumori della foresta: qualche goccia della pioggia caduta la sera che cade sulle foglie, qualche animale che striscia nel sottobosco, i canti degli uccelli e il frinire costante delle cicale. Con la mente torno nella foresta amazzonica, torno a quel lontano 2003, quando un viaggio cambiò tutto. Ma questa è un'altra storia. L'atmosfera è stupenda, la natura ci assorbe e in poco meno di un'ora, attraversando discese piuttosto ripide e dopo aver guadato un fiumiciattolo, arriviamo alle cascate. La stagione è quella secca, l'acqua non è moltissima, ma sufficiente per emozionarci: la caduta di quella massa, il suono, il vapore acqueo tutto intorno, rendono la vista unica. Ci sediamo su un sasso per godercela, in silenzio, ognuno immerso nei propri pensieri, ma entrambi consapevoli dell'immensa fortuna che abbiamo. Abbiamo scoperto, vissuto questa esperienza unica, solo grazie al calcio. Mai sarei finito alle solomon islands, mai mi sarei ritrovato a queste latitudini, non foss'altro per la fifa. grazie.
Ritorniamo coi piedi per terra dopo circa un'oretta di contemplazione (confesso che sdraiato sul sasso, cullato dal rumore dell'acqua, mi sono appisolato...), gambe in spalla, e ripartiamo. Questa volta la strada è tutta in salita, ma i colori, i suoni e l'emozione, rendono la camminata, seppur intensa, rapida e quasi piacevole (oddio, i 32 me li sento tutti nei polpacci!), fino a farci scoprire un lodge! Fantastico! Son quasi le 14, siamo affamati, proviamoci. E il dio del calcio ci assiste anche in questa occasione: con una vista mozzafiato sulla foresta e giù, fino all'oceano, mangiamo del gustosissimo pollo, il giusto coronamento della giornata. Che però non è finita. 
Già, perché sulla strada del ritorno decidiamo di fermarci al mercato centrale, un enorme spazio vicino all'oceano, pieno zeppo di...tutto! Vestiti, borse, dipinti, cianfrusaglie varie, pesce (dei pesci giganteschi), frutta e verdura. Siamo gli unici bianchi in mezzo a migliaia di persone, ma non sembrano farci caso. Giriamo dappertutto, mi piace un sacco andare nei mercati, vedere la gente che vende, quella che compra, osservare i prezzi e fare paragoni. Poi scorgiamo una bancarella con dei mango pronti: non è ancora la stagione, ma questi son pronti! per fortuna ho ritirato moneta locale: via, due per 10 cazzilli locali, ossia poco più di un euro. L'investimento si può fare. Morso in cima per strappare la buccia e...madonnina che buono! Super succoso, saporito, morbido. Il mango più buone mai mangiato. Il giusto finale per un "beautiful day", come canterebbero gli U2.

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