mercoledì 6 agosto 2014

In viaggio verso il Congo!

Kinshasa 2014!

Dopo quasi un mese di stop si riparte: zaino in spalla e scarpe da calcio al suo interno, destinazione Kinshasa, capitale della Repubblica democratica, così dicono, del Congo. Quasi un mese, quasi trenta giorni durante i quali Inter Campus ha vissuto una piccola rivoluzione, una serie di cambiamenti, che hanno cambiato anche la mia posizione al suo interno. Dopo infatti 15 anni Aldo ha lasciato il progetto per dedicarsi allo sviluppo delle accademy e così...tocca a me prendere in mano le redini dal punto di vista tecnico (ed esclusivamente tecnico, altro non saprei fare) e portare avanti sul campo e in aula Inter Campus. Responsabile Tecnico! Be', figo. E siamo sinceri: è da quando ho messo piede qui dentro, da quel primo viaggio a Brasov nel settembre 2005, che punto questo ruolo e ora... ora ci siamo! Perbacco! 
Si, sono contento. Contento e carico, consapevole di dover dare ancor più di prima, di avere nuove e più dirette responsabilità, di dover imparare un po' di cose in più che esulano dal calcio, ma deciso a fare il meglio possibile in campo e fuori per questo splendido progetto. Nato interista, cresciuto nella sofferenza per le vittorie degli anni novanta degli odiati cugini e delle nostre continue figuracce, diventato adulto (ah, si?) con le vittorie Manciniane e Mourinhiane, essere dentro questa società per me è la realizzazione di un sogno! 
Da piccolino godevo ogni volta in cui mi regalavano la maglia neroazzurra ufficiale, o qualsiasi altro gadget della beneamata: ho ancora la maglia che mi ha regalato papà, in lanona e con lo sponsor misura, o la tuta da allenamento che era del mitico per me Lothar Matthaeus, ed avere ora la possibilità non solo di vestire i colori in ogni modo (e in ogni dove, per gran gioia di Silvia...), ma di "giocare" in questa nuova posizione è un piccolo trofeo personale. 
Via allora, si riparte: Kinshasa, il suo costante casino, la sua povertà estrema e dilagante contrapposta quasi sfrontatamente alla ricchezza esagerata di pochi, la sua corruzione endemica, che si espande dalle strade e coinvolge tutto il sistema, ma soprattutto Kinshasa e i suoi, nostri bambini dell'associazione Ujanà, bimbi figli di soldati, figli quindi di famiglie poverissime (alcuni sono costretti a far mangiare a giorni alterni i figli...), che correndo dietro al pallone che noi gli lanciamo provano a costruirsi un futuro, non necessariamente calcistico (anzi, quasi mai), mi aspetta. Via quindi, si torna in campo!

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