UGANDA
– OTTOBRE 2014
Da un
paio di mesi è iniziata la mia seconda stagione con Inter Campus, è
soltanto il mio nono viaggio e ho già l’onore di scrivere su
questo blog. Mettere per iscritto la mia esperienza è per me
qualcosa di nuovo, o meglio, penso sia dalle elementari che non
faccio una cosa del genere, quando mi chiedevano di descrivere la
gita di classe; mi verrebbe quindi da scrivere tutto quanto “a
cuore libero” in pieno stile Forneris (ciao Lollo!) ma prendo
spunto dalla struttura dei diari di Silvio e cerco di imitarlo
(grazie prof!).
ESORDIO
Pur
essendo stato nei mesi scorsi in Marocco e Tunisia si tratta della
mia “prima” Africa, sì perché a detta di chi viene in queste
zone da una decina o più anni (Albe e Max) è proprio questa
l’Africa vera. La sera prima della partenza vado a letto tardi,
dormo poco, la sveglia suona alle 4 e parte la solita lunga giornata
trascorsa tra aeroporti e aerei.
BENVENUTO
Naggalama,
Saint Joseph School, trecento o più tra bambini e bambine, tutti in
nerazzurro, una trentina tra maestri e allenatori, la direttrice Mrs
Josephine, tutti aspettano il nostro arrivo e ci riservano
un’accoglienza splendida; mi tocca anche dire due parole (in
inglese) davanti a un pubblico del genere, ma nonostante l’enorme
emozione tutto fila liscio, la nostra visita parte con il piede
giusto. Gabri, alla vista di così tanti bambini davanti a me mi sei
venuto in mente tu e il tuo gioco del delfino: fatto in un contesto
del genere sarebbe passato alla storia; infatti Albe alla prossima
visita mi ha detto che ti porta con lui…
CAMPO
I
pomeriggi trascorsi in campo con i bambini volano via velocissimi;
l’educazione e attenzione che ho trovato qui non le ho mai viste in
nessun altro paese fino ad oggi (ok, ne ho visitati solo otto); così
tutto è più facile: ascoltano, capiscono subito, eseguono, si
divertono; sono anche molto validi tecnicamente, chiedere di più è
difficile.
AULA
Sapevo
che Albe avrebbe dominato la scena, ma penso sia giusto così, abile
con l’inglese, approfondita conoscenza di tutti gli argomenti e
grandi capacità comunicative; probabilmente otterrebbe l’attenzione
anche di mia mamma che di calcio preferirebbe non sentirne parlare
mai. Riesco comunque a ritagliarmi qualche spazio, il mio inglese non
è così fluido ma i concetti passano, sono chiari; rimango così
abbastanza soddisfatto dei miei interventi, certo, si deve in ogni
caso migliorare un sacco.
COACHES
Gli
allenatori locali, Fred, Ben, Francisco, i vari Michael, Alan,
Junior, Peter e tutti quelli che mi dimentico; bravi, dimostrano
serietà e competenza sia in campo sia fuori dal campo, hanno fame di
migliorarsi ogni giorno e fanno tutto con grande passione. E’
proprio la passione che li spinge ad essere tutti i pomeriggi sul
campo con i bambini e un atteggiamento del genere fa la differenza.
Qualche difetto però ce l’hanno anche loro: partita finale tra
tutti i misters, un 8>8 abbastanza confusionario; la maggior parte
di loro è un po’ scarsotta tecnicamente, disordinata in campo e
spesso tenta di “rubare” rimesse laterali, angoli o punizioni.
Quando poi gli ricordi che devono essere un esempio per i bambini che
allenano riconoscono le loro colpe.
SUPER
ALLENAMENTI
Sono
otto i chilometri che separano il campo d’allenamento dall’African
Village dove alloggiamo; decidiamo di farli di corsa dopo l’attività
pomeridiana con i bambini. Primo giorno, grosso affanno, corsa
continua tra discese e salite interminabili, sono costretto a vedere
Albe sempre in fuga davanti a me. Si migliora il secondo giorno tra
1000 metri e tabata. Arrivo a dare il meglio l’ultimo giorno con
l’allenamento alle 7 del mattino sulla forza intermittente. In
contemporanea, qualche chilometro più a nord, Juri e Silvio
asfaltavano le strade della Russia, mentre qualche chilometro più a
est Gabri stabiliva il nuovo record cambogiano sulla maratona,
giusto?
RINGRAZIAMENTI
Potrei
fare un elenco interminabile di persone e scrivere accanto ad ogni
nome il motivo del mio “grazie”. Però, visto che prima o poi mi
sarebbe toccato dirlo o scriverlo lo faccio qui, adesso: da uno che è
nato con il cuore rossonero, da uno che è cresciuto con in testa
soltanto Sheva, da uno che si emoziona ancora tanto quando vede super
Pippo esultare, udite udite… GRAZIE INTER!!!
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